Coppa Italia? Lettera aperta al presidente Marzio Innocenti

Lettera aperta al presidente Innocenti

Gentile Presidente, come ben sa, dato che era presente, sabato 16 aprile (il giorno prima di Pasqua) si è giocata la finale di Coppa Italia fra Fiamme Oro e Petrarca Padova. Hanno vinto i veneti, che così si sono aggiudicati il primo torneo della stagione.


In Federazione avete deciso, a nostro giudizio saggiamente, di giocare la partita nella "Cittadella del rugby" di Parma, la casa nazionale del nostro sport. Ma sembra che la saggezza si sia fermata qua.

Infatti, nonostante il tifo forsennato di un gruppetto di ragazzini venuti da Roma e di pochi aficionados patavini, il pubblico presente era scarso: sui social si parla di poco più di 600 spettatori paganti, cui aggiungere gli accreditati. Certo, purtroppo in questi tempi il nostro sport non è in grado di smuovere "folle", ma a Parma mancavano anche gli appassionati e, addirittura, molti degli addetti ai lavori.


E quindi, in spirito di collaborazione e senza criticare il lavoro svolto quest'anno, avanziamo alcune proposte per l'anno prossimo:

il torneo deve trovare un suo valore sportivo distintivo rispetto al Top10. Come? Per esempio coinvolgendo le migliori squadre di serie A della stagione precedente e sviluppando una formula agonisticamente e comunicativamente più interessante. Oppure si potrebbe articolare il torneo con gare a eliminazione diretta, in base ai piazzamenti della stagione precedente 

La data della finale. La data in cui disputare la finale deve essere scelta con accuratezza e non nell'unico "slot" disponibile fra Top10 e impegni internazionali. Deve essere un giorno in cui chiunque abbia voglia e interesse possa avere la possibilità e la soddisfazione di partecipare. 

Il contesto. La finale deve essere preceduta nei mesi e nelle settimane precedenti da iniziative che creino il giusto clima. Solo a titolo di esempio, si potrebbe organizzare un concorso per giovani delle scuole superiori per creare un messaggio multimediale "sostenibile" da comunicare nel corso della finale.

La finale deve diventare un evento. Il giorno della finale deve essere un "rugby day" nazionale, con tante manifestazioni collaterali che aumentino l'interesse per l'evento centrale. Per esempio, tornei "under" di bambine/i e ragazze/i, torneo giovanile di "Seven" (a Parma abbiamo visto Vilk sugli spalti. Immaginiamo che apprezzerebbe questa proposta). Potrebbero essere invitati giocatori e giocatrici delle nazionali, organizzare premiazioni per meriti rugbisticicoinvolgere autorità sportive nazionali

Il dopo partita. Al termine della partita le premiazioni dovrebbero essere inserite in un contesto "spettacolare" a cui potrebbe seguire un vero e proprio spettacolo di intrattenimento per tutti i presenti. 

Insomma, la nostra proposta è quella di far diventare la finale di Coppa Italia una giornata di vera festa del rugby, che abbia al centro la partita di finale, e di contorno tanti eventi in grado di attrarre e appassionare migliaia di persone.

E bisogna iniziare a lavorare da subito perché le cose da sole non avvengono. Bisogna coinvolgere le società, i territori, gli sponsor, perché da iniziative di questo genere tutto il movimento ne trarrà beneficio.

Certi della sua attenzione le inviamo i nostri migliori saluti.


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