Il Villa Pamphili rugby è contro il razzismo ed ogni forma di discriminazione

Domenica scorsa, 1° dicembre, durante una gara di rugby del campionato di serie C giocata dal Villa Pamphili sul campo di Corviale, alcuni giocatori della squadra avversaria hanno proferito odiosi ed intollerabili insulti razzisti nei confronti di due atleti, due ragazzi, due amici del popolo villano, rei solo di avere un colore di pelle diverso dal loro.

Tutto il Villa Pamphili, tutti i giocatori dalla under 6 fino alla prima squadra, tutti i dirigenti, i tecnici, i supporter, si stringono attorno ai due amici offesi, per far sentire loro che l'Italia non è lo schifo rappresentato da pochi mentecatti, ma un Paese che sa accogliere le diversità, le tutela e sa valorizzare i talenti delle persone a prescindere da qualsiasi elemento discriminatorio.

Riporto il comunicato ufficiale della Società e una lettera che il presidente del Villa Pamphili, prof. Salvatore Gallo, ha scritto oggi sull'argomento.


Il Comunicato della Società
L'Associazione Sportiva Dilettantistica Arvalia Villa Pamphili Rugby Roma esprime tutta la sua indignazione e denuncia i comportamenti antisportivi e offensivi subiti da alcuni suoi atleti, in occasione della partita tenutasi domenica 1 dicembre contro la Roma Urbe, valida per il campionato regionale di Serie C.
Durante la gara svoltasi sul campo di Corviale, Mosese Tavutunawailala e Davide Fernandes dos Santos sono stati bersagliati ripetutamente da insulti discriminatori a sfondo razziale che hanno causato un'escalation di nervosismo, portando infine alla reazione del giocatore fijiano, allontanato dal campo di gioco a norma di regolamento.
La Società, facendo riferimento alla Costituzione dello Stato Italiano e alle normative vigenti, in conformità con la sua missione educativa e lo spirito di questo sport, tiene a sottolineare il totale ripudio di qualsiasi forma di discriminazione razziale, sessuale e territoriale condannando fermamente gli avvenimenti della scorsa domenica. L'Arvalia Villa Pamphili crede che eventi gravi come questo, accaduti di fronte ad un centinaio di tifosi, appassionati, bambini e futuri rugbisti, possano ledere l'immagine di uno sport che vanta una tradizione di rispetto e fair play non assimilabile a nessun'altra disciplina.
La Società, infine, spera che la Federazione Italiana Rugby, il Comitato Regionale e il Comitato Arbitri prendano gli adeguati provvedimenti al fine di evitare ulteriori episodi di questo genere nello Stadio del Rugby di Corviale e in tutti gli stadi italiani. A questo comunicato farà seguito una lettera da parte del Presidente Salvatore Gallo rivolta alla Federazione ed ai Comitati, qui sotto riportata.


La lettera del Presidente
Carissimi, Vi scrivo per portare alla Vostra attenzione un episodio molto grave verificatosi domenica 01 dicembre, nel corso della gara di campionato di serie C tra l'Arvalia Villa Pamphili e la Roma Urbe, diretta dal sig. Molinari.
Durante la gara due dei nostri atleti sono stati costantemente insultati per il loro colore della pelle.
Per tutta la partita sono stati apostrofati come “ negro di m…a” il tutto accompagnato da continue bestemmie e ingiurie varie in qualsiasi fase di gioco.
Nel secondo tempo, dopo le reiterate provocazioni ed i vergognosi insulti discriminatori e razziali, il nostro giocatore n.10 ha reagito, venendo giustamente espulso ai sensi del regolamento.
Il signor Molinari, avvertito di ciò che stava accadendo e che era evidente agli occhi di tutti i presenti nell'impianto ha risposto testualmente: "Ho sentito, alla prossima prenderò provvedimenti." A gara conclusa, per completare il percorso morale iniziato in campo, sono stato pesantemente criticato da un dirigente della Roma Urbe circa la condotta (?!) del mio giocatore espulso ed insultato per la sede dove viene svolta la nostra attività (Corviale).
Ora mi chiedo e Vi chiedo: è mai possibile che un insulto a sfondo razziale così vergognoso, mortificante per la dignità delle persone, contrario a qualsiasi diritto civile ed umiliante per l’etica del rugby, seppur dichiaratamente percepito dal direttore di gara non venga punito ?
Probabilmente anche i due ragazzi coinvolti si sarebbero sentiti quantomeno tutelati nel rispetto della loro persona, indipendentemente dal gioco del rugby.
E’ opportuno pensare che in quel contesto ( il risultato era ormai abbondantemente a nostro favore) i giocatori della Roma Urbe si siano sentiti autorizzati a reiterare gli insulti visto che gli erano stati avallati dalla scelta di non sanzionare il loro vergognoso atteggiamento razzista. Ovviamente alla prima occasione la sanzione è scattata per il nostro giocatore che, provato dalle numerose offese, ha avuto una reazione che ai sensi del regolamento di gioco è stata correttamente applicata.
Abbiamo numerose testimonianze circa quanto accaduto e possiamo renderle qualora lo riteniate opportuno. Non farò alcun ricorso ma voglio denunciare con forza questo episodio che rischia, se non valutato correttamente e arginato con decisione e fermezza, di innescare un meccanismo pericoloso che pregiudicherebbe il buon lavoro sul piano educativo di tante società.
Vi ringrazio per la Vostra attenzione e vi saluto con cordialità
Salvatore Gallo

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